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Centri Diurni a Trieste

I due centri, aperti tutti i giorni dell’anno (eccetto le festività), sono attivi da lunedì a sabato dalle ore 8.00 alle 19.30, con rette variabili secondo il servizio richiesto e le ore di frequenza. 

La loro denominazione “A casa mia” è stata scelta direttamente dagli anziani che li frequentano, a sottolineare il carattere domestico e protesico dell’ambiente di vita che si va a proporre, in cui le persone possano tornare a ridiventare soggetti attivi rispetto ad alcune scelte e decisioni che li riguardano, riappropriandosi di ruoli spesso perduti in nome delle malattie di cui sono portatori o, semplicemente, dell’età anagrafica: protagonisti, almeno per qualche ora al giorno, della loro esistenza.

A chi ci rivolgiamo

  • Persone affette da sindromi dementigene, a prescindere dal livello di compromissione delle funzioni cognitive, di età geriatrica e non, non autosufficienti per cause neuro-psichiche e/o clinico-funzionali.
  • Persone anziane non autosufficienti che, per disabilità motorie, sensoriali o di altra natura, richiedono di interventi sanitari, assistenziali, riabilitativi e di sostegno.
  • Persone anziane autosufficienti ma a grave rischio di perdita dell’autosufficienza (incluso il rischio correlato alla tendenza all’isolamento sociale).

Centri diurni “ A casa mia”

I Centri Diurni “A casa mia” vogliono:
  • Promuovere la domiciliarità delle persone anziane (in particolare di quelle con demenza), andando a contrastare forme di istituzionalizzazione intempestiva.
  • Permettere a tutte le persone che frequentano i centri (in particolare a quelle con demenza) di condurre una vita “normale” e di sentirsi a casa, ricevendo al contempo le cure necessarie, commisurate agli effettivi bisogni e alle esigenze di ciascuno.
  • Attraverso il particolare modello di cura adottato, essere luoghi in cui cercare di rallentare il decadimento cognitivo e di ridurre al minimo le disabilità della vita quotidiana. In particolare, nelle persone con demenze complicate da disturbi comportamentali maggiori, i centri hanno l’obiettivo di ridurre lo stress ambientale, le forme di aggressività e il consumo di farmaci antipsicotici.
  • Contrastare il rischio di solitudine e di isolamento sociale a cui molte persone anziane sono esposte a causa di molteplici fattori sociali e ambientali.
  • Dare risposte concrete alle famiglie (specie a quelle di persone con demenza), anche attraverso soluzioni innovative e educative, contrastando l’insorgere dell’inevitabile stress assistenziale da usura psico-fisica.
  • Essere spazi di vita in cui promuovere la partecipazione delle persone ad attività stimolanti con finalità riabilitative/riattivative sia sul piano funzionale che neuro-psicologico, attività condotte o supportate, in modo assolutamente discreto e non invasivo, da professionisti specializzati.
  • Assicurare una presa in carico professionale, flessibile, personalizzata e condivisa con la persona stessa e la sua famiglia.
  • Essere luoghi capaci di generare emozioni positive e stati di benessere in tutti coloro che li frequentano, inclusi i professionisti che vi operano.
  • Essere luoghi nuovi, “aperti” alla città e, al contempo, spazi di ricerca e innovazione.
  • Promuovere una “terapia della normalità”, costruendo un quotidiano che sia il più possibile simile a quello di una vera casa e non a quello di un’istituzione di cura. 

Le caratteristiche dei centri diurni e la loro organizzazione

Le peculiarità che caratterizzano i nostri Centri Diurni sono:
  • Il carattere domestico e protesico dell’ambiente di vita che si va a proporre, in cui le persone possano tornare a ridiventare soggetti attivi di scelte e decisioni, riappropriandosi di ruoli spesso perduti in nome delle malattie di cui sono portatori, o semplicemente, dell’età anagrafica e protagonisti, almeno per qualche ora, della loro esistenza.
  • Questa visione progettuale ha portato a curare nei minimi particolari la scelta degli arredi e degli accessori che vanno a costituire gli spazi dell’ambiente di vita e a progettare lo svolgersi della giornata in un susseguirsi di interventi il più possibile rispettosi di tempi, ritmi, abitudini, scelte e gusti delle persone, dove i professionisti dell’equipe di cura giocano esclusivamente il ruolo di facilitatori. 
  • Tutto è stato pensato nel rispetto della storia di vita delle persone e con riguardo alla possibilità da parte delle stesse di utilizzare in prima persona tutte le attrezzature e gli spazi. 
  • L’organizzazione del centro diurno è stata pensata, quindi, in funzione di una concreta centralità dell’anziano e dei suoi ritmi di vita, che superi la logica di un’assistenza rigida, basata su interventi sostitutivi e standardizzati. Di conseguenza, le attività proposte dall’organizzazione, in quanto nate da un ascolto attento dei bisogni/aspettative/ desideri di coloro che frequentano il Centro e da un continuo confronto con gli stessi, si caratterizzeranno per un’elevata flessibilità (sia negli orari che nelle modalità di esecuzione) e personalizzazione e per un approccio riabilitativo integrato in cui un ruolo fondamentale è giocato dalla relazione d’aiuto che s’intende costruire con le persone.
L’equipe di cura è multiprofessionale, cioè è costituita da professionisti con competenze diverse e una formazione specifica (sia tecnica che relazionale) in grado di supportare la persona che afferisce ai centri semiresidenziali in tutti i suoi bisogni.
Questo gruppo di professionisti opera secondo un modello di cura multidimensionale e transdisciplinare che prevede per ogni persona che afferisce al Centro l’elaborazione di un progetto di vita personalizzato condiviso con la persona stessa e la sua famiglia (se presente e disponibile).

Le professionalità coinvolte sono quelle dell’/del:
  • Educatore;
  • Fisioterapista; 
  • Animatore;
  • Operatore di assistenza; 
  • Infermiere;
  • Coordinatore dei centri diurni;
  • Terapista occupazionale.
Tutti i professionisti che operano nei Centri, a prescindere dalla loro professionalità, hanno il compito di facilitare le scelte/decisioni degli utenti e di supportarli nelle varie attività, senza mai sostituirsi, laddove siano ancora presenti delle abilità residue (seppur minime).  

L’arrivo di un nuovo ospite: i centri semiresidenziali

I Centri Semiresidenziali “A casa mia” rispettano i requisiti stabiliti dalla vigente normativa regionale.
La persona viene presa in carico a seguito di un colloquio informativo con il Direttore dei nostri Centri da parte della persona direttamente interessata o dei suoi familiari. Successivamente il potenziale utente viene sottoposto a valutazione multidimensionale dal personale sanitario del Distretto Sanitario cui afferisce per residenza. Tale valutazione è finalizzata ad accertare la sua condizione di non autosufficienza. 

Una volta verificata la sua ammissibilità, la persona può iniziare a frequentare i Centri, beneficiando di specifici contributi che abbattono i costi della retta, così come previsto dalle normative di settore.
La conoscenza della persona passa attraverso: 
  • La raccolta dei principali dati anamnestici che avviene nel corso del primo colloquio; 
  • La disamina della documentazione sanitaria eventualmente consegnata in quello stesso contesto; 
  • L’osservazione diretta da parte di tutti i componenti dell’equipe durante il cosiddetto “periodo di prova”. Si tratta di un periodo di durata variabile (sulla base delle capacità di adattamento dalla persona al nuovo contesto ambientale; solitamente 4-6 accessi ai centri).
  • Superato tale periodo inizia la vera e propria presa in carico che conduce, dopo una puntuale valutazione multidimensionale con scale validate, alla stesura di un progetto di vita personalizzato.

La vita nei centri diurni

Le attività proposte dai Centri Semiresidenziali “A casa mia” sono numerose, schematicamente raggruppabili in:
  • Interventi di tipo riabilitativo/riattivativo proposti da tutte le figure che compongono l’equipe, spesso integrati, realizzati, cioè, da più professionisti differenti per il perseguimento di un obiettivo comune.

    Quotidianamente vengono offerti:

    • Interventi di riabilitazione motoria: di gruppo (esercizi di ginnastica dolce) e individuale (training individuali per problematiche specifiche che includono il ricorso anche a terapie fisiche), condotti da fisioterapisti dedicati, spesso affiancati dalla figura degli animatori.

    • Interventi di riabilitazione/riattivazione cognitiva (3R Therapy, Terapia della Reminiscenza, ROT formale, Terapia della rimotivazione, Validation Therapy, stimolazione selettiva con l’utilizzo del computer, stimolazione della memoria procedurale) condotti dagli educatori professionali.

    • Interventi di stimolazione multisensoriale, nelle fasi più avanzate della malattia dementigena, condotte dagli animatori. 

    • Interventi di terapia occupazionale condotti da tutti i componenti dell’equipe di cura.


  • Interventi di tipo relazionale-­ludico-ricreativo: anche in questo caso proposti da tutte le figure che compongono l’equipe, seppure l’animatore giochi il ruolo prevalente.

    Si tratta di una vasta gamma di attività che spaziano dalle varie tipologie di laboratori, cucina, artistici, musicali, ecc. ai classici giochi di società, come la tombola, il gioco dell’oca e i vari giochi con le carte, dalla lettura/visione condivisa e commentata del quotidiano locale o di un film/concerto/operetta alle uscite in città e dintorni (incluse mete sperimentali quali esperienze museali).

  • Interventi di tipo sanitario.

    Attraverso la figura dell’infermiere vengono assicurate: 

    • La supervisione e somministrazione di terapie farmacologiche (regolarmente prescritte dal curante).

    • Il monitoraggio dei principali parametri, vitali e non, (ad es. valori pressori e frequenza cardiaca, ossimetria transcutanea, glicemia, INR, ecc) su puntuale richiesta contestualizzata dal medico curante.

    • Occasionali prestazioni sanitarie di maggior complessità (es. medicazioni semplici, terapie infusive reidratanti, ecc) da valutare caso per caso.

  • Interventi di tipo assistenziale, assicurati attraverso la figura dell’operatore di assistenza (OSS).

    Nello specifico si tratta di: 

    • Cure igieniche personali;

    • Su richiesta: bagno/doccia;

    • Assistenza nella gestione del controllo sfinterico;

    • Accompagnamento e supporto in bagno a orari prefissati;

    • Assistenza nell’alimentazione;

    • Assistenza nella movimentazione. 

  • Interventi di tipo alberghiero.

    Questi sono intesi come:

    • Erogazione di colazione, snack e bevande calde/fredde a metà mattina e metà pomeriggio, pranzo e cena preparati dalla nostra cucina interna e integrati con pietanze, dolci e salate, direttamente preparate nelle cucine terapeutiche dei centri, all’interno dei laboratori di gastronomia condotti da educatori e animatori. 

    • Possibilità di usufruire, per eventuali momenti di riposo, di poltrone relax, allungabili e reclinabili, collocate nei locali soggiorno dei due nuclei.

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